Memorial Franco Zingales
17 marzo ore 15:oo – Hotel Ambasciatori Rimini

Verso la fine del 1994, Franco Zingales, Oscar Cavallera e Dorilio Maringoni decidono a seguito di numerose sollecitazioni di amici barman dopo alcune “estemporanee” e, in alcuni casi, non gradite delibere dell’IBA (International Bartenders Association), di creare un “fans club” dedicato ai veri cocktail classici. Dopo innumerevoli riunioni si prese l’importante decisione di dar vita in collaborazione con Bargiornale e, quindi, con il gruppo editoriale Agepe al Classic Cocktail Club. Ne parliamo diffusamente più avanti. Ma prima vogliamo ripercorrere insieme a voi le principali tappe della codificazione ufficiale dei cocktail “mondiali” da parte dell’associazione internazionale dei barman, appunto I.B.A.
Che cos’è il Classic Cocktail Club
Da parte degli operatori del mondo del bere e degli appassionati frequentatori di bar storici o con indirizzo specializzato nel settore del drink miscelato si senti, nel 1994, la necessità di istituire un Club, meglio un gruppo di amici (non un’associazione di categoria), che valorizzasse le tradizioni storiche nel campo del bere. Nel Club, dunque, non solo barlady e bartender, ma anche clienti, giornalisti, imprenditori, impiegati e via dicendo, chiunque amante della mixability.
Il C.C.C. (Classic Cocktail Club) non voleva essere un “contenitore” del passato, ma proiettarsi – cosa che ha fatto e che è in continua evoluzione verso il futuro partendo da quanto è stato costruito nel corso di più di un secolo dai barman di tutto il mondo, da illustri scrittori o personaggi dello spettacolo che hanno saputo interpretare al meglio il ruolo del “bicchiere” come momento di socialità e d’incontro.
Il C.C.C. è, dunque, un punto di riferimento per tutti gli operatori o semplici amatori del mondo del bere miscelato. Vuole divulgare e codificare in modo corretto tutto quanto è stato fatto, scritto e detto di questo variegato mondo.
Ciò significa che occorre, innanzitutto, individuare la giusta maniera di comunicare, riscrivere le regole della comunicazione o informazione e chiarire perfettamente il significato dei termini che si utilizzano. Occorre, pertanto, dotarsi di un linguaggio chiaro e preciso che spazzi via ogni ombra di dubbio e che indichi perfettamente ciò che si vuole dire, arrivando alla stesura di un glossario del bere miscelato comprensibile non solo agli addetti ai lavori, ma anche a coloro che in un cocktail ritrovano momenti di storia della liquoristica mondiale (tradizioni, riscoperte, metodologie di produzione, i segreti della distillazione, i grandi momenti letterari legati ai vari Hemingway, Somerset W.Maugham, Francis Scott Fitzgerald, Cesare Pavese, Mario Soldati, Marco Mascardi e così via).
Il Club, amicale e senza scopi di lucro (come stabilisce lo Statuto depositato presso il Tribunale di Milano), ha per fine il rilancio e la difesa delle ricette internazionali che hanno fatto la storia del bere miscelato.
Inoltre il C.C.C. vuole promuovere la mixability di qualità in tutte le sue sfaccettature: queste finalità vengono conseguite attraverso incontri, dibattiti, tavole rotonde, concorsi (competizioni con “vero” spirito amicale), viaggi studio, corsi formativi, pubblicazioni (dal 2003 viene distribuito ai soci una “news” periodica, “Cocktails Magazine”, con informazioni, cronache, programmi, curiosità, notizie merceologiche, contatti internet, da maggio 2005, viene inoltrata via e.mail a tutti coloro che ci comunicheranno il loro indirizzo di posta eletronica.
Altre voci che coinvolgono la struttura organizzativa del Club sono quelle che riguardano le ricerche storiografiche e merceologiche (abbiamo una quanto mai ricca e variegata biblioteca a disposizione degli iscritti, cui attingere informazioni che la segreteria provvederà a comunicare), campagne di valorizzazione e di educazione alimentare in generale o specificatamente connesse al settore delle bevande e quant’altro ritenuto utile e opportuno dal Consiglio direttivo del Club stesso.
Da sottolineare che il C.C.C. è diviso in due categorie di iscritti: professionisti e amatori. I primi sono coloro che abbiano esercitato per almeno 5 anni l’attività di somministrazione di bevande sia in qualità di barman, barista, gestore, titolare o, semplicemente, di preposto (per gli allievi delle Scuole alberghiere è stata creata nel 2003 una speciale tessera-iscrizione denominata “Socio Junior”). Gli “amatori”, come accennato più sopra, sono tutti coloro che non rientrano nella precedente categoria.
Il Club si occupa anche di divulgare l’arte del bere miscelato ai consumatori in collaborazione con Slowfood in Master che daranno credito formativo per l’Università di Scienze Gastronomiche.
FONDATORI
- Angelo Borrello (direttore generale gruppo editoriale Agepe)
- Oscar Cavallera (titolare della Master Consulting, società di consulenze marketing e pubblicità, nonché esperto di food & beverage)
- Dorilio Maringoni (imprenditore, titolare di locali pubblici, nonché esperto di food & beverage)
- Pier Giorgio Tonelli (amministratore delegato gruppo editoriale Agepe)
- Franco Zingales (giornalista professionista, scrittore, capo redattore del mensile Bargiornale)
Il cocktail deve essere un twist su una ricetta dei 50 i.b.a. 1961
Ogni squadra deve portare tutto l’occorrente per la preparazione del cocktail. Attrezzatura, bicchieri, bottiglie, eventuali decorazioni
In un minuto la squadra dovrà motivare la ricetta
E-mal cli partecipazione da inviare a oscarcavallera@me.com
A seguire MEMORIAL DINNER a L’ ALTROV ristorante Rimini
Seguici per ulteriori informazioni o scrivici.Oscar & Riccardo
